[IL VANGELO DI TUTTO L’ANNO] XXIX TEMPO ORDINARIO – Martedì (II)
Siate pronti con la cintura ai fianchi e le lucerne accese Quando non c’è emergenza, i pompieri possono anche permettersi un pisolino, ma vestiti di tutto punto e con l’autobotte pronta a partire. Nel vangelo si parla della stessa prontezza ma con il linguaggio del tempo, la cintura ai fianchi e le lucerne accese. […]
Siate pronti con la cintura ai fianchi e le lucerne accese
Quando non c’è emergenza, i pompieri possono anche permettersi un pisolino, ma vestiti di tutto punto e con l’autobotte pronta a partire. Nel vangelo si parla della stessa prontezza ma con il linguaggio del tempo, la cintura ai fianchi e le lucerne accese. La velocità di movimento è una virtù indispensabile quando succede qualcosa all’improvviso. La natura è piena di pericoli e sorprese. Nella giungla, dietro ogni albero c’è un pericolo. Nelle città si cerca di prevenire i pericoli, ma anche la città è una giungla. Però molte cose si possono prevenire e prevedere, tranne una: l’ora della morte. Un tempo i predicatori facevano uso di esempi terrificanti per indurre la gente a riflettere sulla morte e sulla punizione dei peccati. In questo contesto l’immagine della lucerna accesa è simbolo della grazia santificante. Ma il monito di Cristo non vuole essere terrificante. La lucerna accesa ha un significato positivo: vivere la vita eterna già nel presente, così neanche la morte potrà spegnerla.
Li farà mettere a tavola e passerà a servirli
La vita è piena di incontri, la morte è solitudine, interruzione di tutti i rapporti: così appare, ma non è così nel vangelo. Qui l’incontro con il Signore è come una festa per un banchetto nuziale.
Per i cristiani la morte è preparazione alla vita. È come quando stiamo per incontrare una persona che non abbiamo mai visto, ma con cui siamo in contatto vivo già da molto tempo. L’incontro può essere imprevisto, ma se si tratta di qualcuno che ci ama sappiamo che questo imprevisto sarà gioioso. Il vangelo ci annuncia che il Signore diventerà nostro servitore, come ci aveva promesso prima della sua morte: “Non vi chiamo più servi, ma amici” (Gv 15,15).
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli
Anche in altri passi la Scrittura descrive il futuro come un nuovo paradiso. Come intendere questa immagine? La teologia scolastica lo spiega in modo semplice. Ad una festa si mangia, in cielo non avremo bisogno di nutrimento per il corpo. Nell’eternità ci nutriremo di pane spirituale, la conoscenza della verità che ci renderà felici.
È una spiegazione giusta ma parziale. La gente non va ad una festa solo per mangiare; questo può farlo anche a casa. Va soprattutto per incontrare parenti ed amici, e per questo in oriente le feste nuziali durano anche alcuni giorni: le famiglie dei due sposi vogliono imparare a conoscersi.
La morte cristiana non è solo l’incontro con Cristo, ma anche con tutti quelli che appartengono alla sua famiglia, una comunione dei santi.
IL VANGELO di tutto l’anno sono le riflessioni sul Vangelo festivo e feriale tratte dall’omonimo libro di padre Tomáš Špidlík.
Il libro è disponibile presso EDIZIONI LIPA |