MOLTIPLICAZIONE DEI PANI
Date loro voi stessi da mangiare
Oggi spesso questo miracolo viene commentato con una spiegazione sociologica. Il rettore dell’università cattolica di Milano ripeteva spesso: Se Gesù ha saziato gli affamati con un miracolo, tanto più noi dovremo pensare ai milioni di persone che soffrono la fame. Noi abbiamo tanto, e loro niente. Anche papa Paolo VI tornava spesso su questo tema: la gente dei paesi sviluppati ha perso il senso della verità nei confronti di quella parte di umanità che soffre la malnutrizione e la fame. È un problema di non facile soluzione, ma non per questo dobbiamo diventare insensibili.
L’apostolo dei lebbrosi del nostro tempo, Raoul Follereau, diceva che per i poveri il più grande dono sono gli altri poveri, gli unici che possono capire e aiutare chi soffre.
Alzàti gli occhi al cielo
Gesù moltiplica pani e pesci, cioè un cibo semplice, il minimo per vincere la fame. San Basilio tira una conclusione morale: per il sostentamento basta poco. Desideriamo tante cose, ma in realtà i bisogni della vita sono modesti e facili da procurarsi. Nel Padre nostro preghiamo Dio che ci dia il pane, non cibi inutili e costosi; chi ha imparato ad accontentarsi di poco, avrà molto tempo per ascoltare la parola di Dio e pregare in silenzio con Gesù, libero da inutili preoccupazioni.
Molti cristiani dicono che pregherebbero volentieri, ma non hanno tempo per farlo, perché hanno troppo da fare. Finché lavoriamo e basta, non siamo in grado di capire se tutto questo nostro affanno professionale e le cose che con esso vogliamo procurarci siano davvero necessari. Ma se ci fermiamo un attimo a riflettere, forse riusciremo a disporre meglio del nostro tempo e con meraviglia scopriremo che con la preghiera il lavoro non ha perso nulla: anzi, la preghiera lo rende più efficace.
Lo seguì a piedi dalle città
Le folle seguivano Gesù per ascoltare le sue parole. Perché allora non avevano preso con sé dei viveri di soccorso? Anche oggi non è facile trovare da mangiare per una folla così grande in un paesino; tanto più allora, e oltretutto in un posto lontano da un centro abitato. Ma è come se la gente non ci avesse pensato: erano tutti così entusiasti, presi dalle parole di Cristo, che avevano dimenticato tutto.
Quando la mente è fissa su qualcosa in particolare, tutto il resto perde di significato. È un’attitudine frequente nei mistici. Si parla di estasi: non sentono la fame o il freddo, non avvertono ciò che succede attorno a loro. Sono casi eccezionali, è vero, ma in qualche modo tutti dovremmo vivere in estasi.
Siamo bombardati dagli stimoli; se dovessimo dar retta ad ogni impressione, saremmo psichicamente distrutti; se considerassimo tutto importante, perderemmo l’equilibrio interiore.
Per uno sviluppo corretto dell’anima e per il progresso spirituale, è necessario concentrarsi su ciò che è davvero essenziale e considerare marginale tutto il resto, per non appesantirci il cuore. Per il cristiano una cosa sola è importante: la salvezza dell’anima in Cristo.
IL VANGELO di tutto l’anno sono le riflessioni sul Vangelo festivo e feriale tratte dall’omonimo libro di padre Tomáš Špidlík.
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