LO SPIRITO CONVINCE IL MONDO DEL PECCATO
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».
Egli convincerà il mondo quanto al peccato
Gli “Esercizi spirituali” di sant’Ignazio dedicano la cosiddetta “prima settimana” alla meditazione sul peccato. Il risultato finale dovrebbe essere la presa di coscienza che il peccato è la più grande disgrazia del mondo. La consapevolezza del male morale e spirituale dovrebbe essere forte e chiara come la consapevolezza del male fisico. Malediciamo le malattie che ci colpiscono; con la stessa energia dovremmo maledire il peccato. Eppure non è facile sentire il peccato come il male più grande, neppure per chi predica o fa regolarmente gli esercizi.
Che non dobbiamo commettere peccati è verità di fede. Sentire il peccato come il male più grande è un’illuminazione dello Spirito Santo, che ci fa vedere la realtà come appare agli occhi di Dio.
Quanto al peccato, perché non credono in me
Questo versetto ha sollevato delle obiezioni. La maggioranza delle persone non crede in Gesù Cristo, oppure, come i musulmani, lo considera solo un profeta e non il Figlio di Dio. Tutti allora peccano? È impensabile.
La parola “peccato” nella Scrittura ha diverse sfumature. Nel vangelo di Giovanni per esempio non significa soltanto l’atto peccaminoso, ma piuttosto un modo di essere, una condizione, uno stato costituzionalmente vulnerabile al peccato.
Con una gamba ferita non si corre quanto un uomo sano, né si lavora con le mani piagate. Allo stesso modo la mente può essere ferita e non riuscire a “vedere”. Nella mente, dicevano i Padri greci, risiede soprattutto l’immagine di Dio: spinta dalla nostalgia per l’immagine che porta impressa in sé, la mente vuole conoscere tutto, e mira all’infinito. Di che cosa può essere capace ce lo mostra il progresso della tecnica, della scienza, delle arti. Ma insieme all’immagine, la mente porta in sé la ferita dell’umanità.
È questa ferita, lo stato di peccato che impedisce di conoscere Dio, leggere il vangelo, e fa ignorare Cristo.
Egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio
Non solo questa frase, anche la spiegazione che segue sembra poco chiara: “giustizia” perché vado al Padre e non mi vedrete più, “giudizio”, perché il principe di questo mondo è già giudicato.
Nello stato di peccato in cui viviamo non c’è giustizia. È un fatto su cui sono tutti d’accordo. Il giudizio del mondo spesso condanna gli innocenti e il male trionfa. Ci sono stati e ci sono degli uomini che combattono per una giustizia migliore e perché il male venga definitivamente sconfitto. Stando all’esperienza di una storia millenaria, la speranza che abbiano successo è minima.
Non c’è da aspettarsi molto dalla giustizia del mondo. Ma quelli che hanno ricevuto lo Spirito Santo sono capaci di vedere chiaramente il futuro: Cristo che è verità e giustizia è salito al Padre, ma verrà a giudicare i vivi e i morti e il suo regno non avrà fine.
IL VANGELO di tutto l’anno sono le riflessioni sul Vangelo festivo e feriale tratte dall’omonimo libro di padre Tomáš Špidlík.
Il libro è disponibile presso EDIZIONI LIPA |