CHI SI SALVA?
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite:
«Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».
Guai a te!
Le verità della religione, la rivelazione della SS. Trinità o l’Incarnazione, sono un mistero, incomprensibili per la ragione umana. Ma san Paolo si stupisce soprattutto dell’elezione di Israele. Perché il popolo che è stato il primo deve essere ultimo? I villaggi di Galilea come Cafarnao, Betsaida e Corazin sono stati testimoni delle prime rivelazioni del Messia e delle sue parole, eppure oggi non ci sono cristiani, e pellegrini e turisti si aggirano fra le rovine e le poche case.
Alcuni teologi hanno cercato di fare una distinzione fra eletti e predestinati alla salvezza. Cristo, dicono, ha eletto gli abitanti della Galilea perché ascoltassero il suo messaggio di salvezza, ma non li ha predestinati. Ma una distinzione simile è pericolosa, e conduce a conclusioni errate. Dio predestina alla salvezza tutti i suoi eletti. Ma l’uomo può lasciarsi vincere dalla malizia e rendere inefficace l’elezione divina, rifiutandola. È il mistero di Dio che si confronta con il mistero dell’uomo. Anche il peccato umano è un mistero.
Se a Tiro e a Sidone
Se l’elezione divina da sola non è sufficiente a darci la sicurezza di salvezza, di che cosa allora possiamo fidarci? È la domanda che si poneva verso la fine della sua vita Santa Teresa la Grande: neanche dopo molti anni passati in monastero fra digiuni e preghiere, si esclude la possibilità del peccato mortale.
Viviamo una vita esposta ad ogni pericolo: Adamo fece apostasia in paradiso e Satana nel cielo.
Non è il debole che si separa da Dio, ma chi perde la fiducia in Lui. Con l’elezione, Dio mostra la sua fiducia verso di noi, ed ora esige la stessa fiducia da parte nostra. Non si può sbagliare quando c’è la fiducia reciproca.
Lo esprime bene la preghiera al Sacro Cuore di Gesù di san Claudio de la Colombière: “Gli uomini mi possono togliere tutti i miei averi e il mio onore, le malattie mi possono togliere le forze, con il peccato posso perdere la Tua grazia; ma non perderò mai la fiducia in Te. C’è chi cerca felicità nella ricchezza, chi nell’intelligenza o nella sicurezza di vita, o nelle opere buone e le molte preghiere. La mia unica fiducia è il fatto che ho fiducia, una fiducia che non ha mai ingannato nessuno.”
Ebbene, io ve lo dico
Anche l’insegnamento di Martin Lutero era centrato sulla fiducia. È l’aspetto positivo del protestantesimo; l’aspetto negativo è la negazione del valore dei sacramenti e delle opere buone. Ma i sacramenti sono opere divine per la nostra salvezza. Se riponiamo fiducia in Cristo, dobbiamo manifestare la stessa fiducia verso i suoi doni, affidati alla Chiesa. Quanto alle opere buone, se fossero solo atti umani, difficilmente potrebbero essere chiamate “meritorie”, avere la ricompensa eterna. Ma l’uomo non può fare niente di veramente buono e perfetto da se stesso, se non fosse per la grazia di Dio. Le opere buone del cristiano sono sue e dello Spirito Santo, e sono segno che la grazia di Dio è in lui. È questo che fa crescere in noi la fiducia che Dio è con noi. Per questo si salvano coloro che operano il bene.
IL VANGELO di tutto l’anno sono le riflessioni sul Vangelo festivo e feriale tratte dall’omonimo libro di padre Tomáš Špidlík.
Il libro è disponibile presso EDIZIONI LIPA |