DIO SI RIVELA AI PICCOLI
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».
Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti
Immaginiamo di essere alla mostra di un giovane artista. La gente passa, ma pochi si soffermano, anzi alcuni fanno un sorrisino sprezzante. Ma c’è un signore che si ferma a lungo ad osservare un quadro, passa al successivo, poi torna a contemplare la prima opera. Ecco qualcuno che ha compreso l’artista e sa apprezzarlo. Che gioia per il pittore!
Il testo del vangelo allude ad un’esperienza del genere. Significa anche che Gesù è contento di non essere compreso dai sapienti e dagli intelligenti? Le sue parole possono essere capite attraverso delle analogie bibliche. Nell’Antico Testamento si racconta spesso delle guerre combattute da Israele. Gli autori si soffermano in particolare su quegli episodi in cui gli Ebrei vincono eserciti incomparabilmente più forti di loro: quando Dio fa vincere il piccolo gregge, la vittoria appare chiaramente come un suo dono. Così anche qui. Forse possono esserci dotti professori di teologia che credono di aver capito i misteri della fede cristiana. Ma è vero piuttosto il contrario: chi comprende meglio questi misteri sono i “semplici cristiani” che li vivono. La fede è per loro dono di Dio.
Nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare
Al Campidoglio a Roma c’è una chiesa chiamata Ara coeli, altare del cielo. Su una delle sue colonne c’è l’iscrizione: Ex cubiculo Augusti, dalla stanza da letto di Augusto. La tradizione racconta che l’imperatore ebbe un sogno nella stessa notte in cui nacque Cristo. La mattina seguente diede ordine di costruire un altare al dio ignoto. I romani ammettevano nella loro religione i culti di tutte le divinità che si veneravano in qualche territorio dell’impero. Includere questi dèi significava avere potere sulla loro regione di provenienza.
Il Dio d’Israele è diverso dagli altri: è ignoto, cioè inconoscibile per tutti gli uomini. Allora chi altro può conoscerlo se non il Figlio, “Dio vero da Dio vero”? Ma se Gesù è Figlio di Dio sarà lui stesso inconoscibile alla ragione umana. Gli apostoli lo videro, il vangelo lo descrive, ma tutto questo ci offre solo il lato “esteriore” della sua esistenza. La sua divinità traspare, ma come nelle immagini sacre. Sono i santi quelli che sempre meglio e sempre di più crescono nella conoscenza di Cristo. Anche i semplici cristiani lo conoscono secondo il grado della loro santità, e certo più attraverso la preghiera che attraverso lo studio.
Le hai rivelate ai piccoli
Esistono due espressioni simili: “scoperta” e “rivelazione”. In ambedue i casi si tratta di qualcosa che comincia ad apparire, e vediamo ciò che prima non vedevamo. Cristoforo Colombo ha scoperto l’America di cui nessuno sospettava l’esistenza, e non fu un’impresa facile. Quando la tensione sulle navi era al culmine, e i marinari, stanchi, cominciavano a manifestare il loro malcontento, un giovane scoprì, in lontananza, una striscia di terra.
Quando si tratta di una “scoperta” siamo attivi: abbiamo cercato e faticato, ed è anche merito nostro se la cosa è apparsa. Ma quando si tratta della “rivelazione” il merito, al contrario, è di colui che rivela. Non possiamo dire che santa Bernadette a Lourdes “abbia scoperto” la Beata Vergine: ebbe piuttosto una “rivelazione.”
Nella storia della Chiesa ci sono numerosi casi del genere, ed è interessante che queste rivelazioni, per lo più, siano date ai bambini, e comunque ai “piccoli”. Quando il vangelo usa questa espressione non si riferisce solo alla giovinezza fisica, ma a ciò di cui essa è immagine: gli occhi limpidi, l’umiltà, la freschezza, la disponibilità a ricevere la verità come dono e l’entusiasmo capace di realizzarla nella vita. Dio non rivela le sue verità per soddisfare la curiosità degli uomini, ma affinché esse siano semi che crescono nel campo della vita.
IL VANGELO di tutto l’anno sono le riflessioni sul Vangelo festivo e feriale tratte dall’omonimo libro di padre Tomáš Špidlík.
Il libro è disponibile presso EDIZIONI LIPA |