LE TRADIZIONI DEGLI ANTICHI

[IL VANGELO DI TUTTO L'ANNO] V TEMPO ORDINARIO – Martedì (II) 3

Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».

 


Prendevano cibo con mani immonde

Molte prescrizioni dell’Antico Testamento sembrano non avere niente in comune con la religione. Lavarsi le mani prima di mangiare è senza dubbio utile dal punto di vista igienico, specialmente in tempi in cui non venivano usati cucchiai e forchette. Perché però questo dovrebbe essere legge di Dio e dovrebbe essere peccato trasgredirla?

Bisogna rifarsi alla mentalità del tempo. La linea di separazione fra le opere profane e la religione era incerta; per gli Ebrei Dio era capo del loro popolo, re e unico legislatore. Non distinguevano ciò che era dell’imperatore da ciò che era di Dio (Mt 22,21): tutto ciò che era scritto nella Legge di Mosè veniva considerato religioso. Ai giorni nostri siamo finiti nell’eccesso opposto: religione è solo la preghiera e la liturgia, il resto è tutto “secolare”.

In questo senso è più giusta la concezione di Israele. L’atteggiamento religioso deve penetrare tutto ciò che facciamo, anche le più piccole azioni della vita quotidiana. È anche l’ideale cristiano: ma come realizzarlo?

 

Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me

Perché un atto diventi sacro non è sufficiente osservare la forma esterna e il rituale come in una cerimonia. Prendiamo per esempio l’astinenza dal cibo nei giorni di digiuno. È un atto religioso il digiuno? Senza il ricordo di Dio e senza la buona intenzione, la sola astinenza può diventare una buona abitudine igienica, o una norma dietetica utile alla salute o alla linea. Anche un ateo può benissimo osservare questo tipo di digiuno.

Era proprio la mancanza di spirito interiore nell’osservanza della Legge che Gesù rimproverava ai farisei. Invece il cristiano ricorda Dio in tutto ciò che fa, anche nel mangiare, come dice san Paolo (1Cor 10,31). È questo continuo ricordo di Dio che rende sacri gli atti profani della vita quotidiana.

L’esempio migliore della sacralizzazione della vita viene dalla Madonna: come ogni madre, si dedicava al suo bambino, ma questo bambino era il Figlio di Dio. Tutta la sua vita era liturgia, servizio divino.

 

La tradizione degli antichi

In un ambiente tradizionale, le cose si fanno come si sono sempre fatte. La costanza nelle abitudini è un grande sostegno per la morale e per la religione. Nella Chiesa la tradizione è segno dell’ortodossia. Ma questa mentalità può divenire anche ostacolo allo Spirito Santo e alla libertà del vangelo.

Prendiamo il culto delle immagini sacre. Esse servono alla preghiera, aiutano ad elevare la mente verso Colui che vi è rappresentato. Davanti alla croce preghiamo Cristo, davanti all’immagine della Madonna la ricordiamo e la veneriamo con un’Ave Maria. Ma quando queste immagini smettono di essere oggetto di culto e vengono esposte nei musei solo per motivi estetici, allora non c’è più niente di sacro, come pensa la Chiesa orientale.

Allo stesso modo l’osservanza delle tradizioni e dei costumi di un paese può diventare solo un fenomeno folcloristico e non essere più di sostegno alla fede. Le tradizioni hanno senso nella Chiesa solo se sono ispirate dallo Spirito di Dio.

 


IL VANGELO di tutto l’anno sono le riflessioni sul Vangelo festivo e feriale tratte dall’omonimo libro di padre Tomáš Špidlík.

[IL VANGELO DI TUTTO L'ANNO] V TEMPO ORDINARIO – Martedì (II) 4 Il libro è disponibile presso EDIZIONI LIPA