MARIA E MARTA
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Marta e Maria
Il brano del vangelo su Maria e Marta ha dato occasione a numerose riflessioni su questi due differenti modi di vita. Uno è chiamato attivo, apostolico, l’altro meditativo, contemplativo. La distinzione non è solo dell’ambiente cristiano. Già nell’antica Grecia, nella tragedia di Sofocle “Antigone” sono presentati due fratelli dagli stili di vita molto diversi, riconducibili in qualche modo alla contemplazione e all’azione. In latino si dice otium et negotium, la quiete e l’occupazione. Ma la parola quiete non significa riposo nella pigrizia, è comunque un’attività, ma di genere diverso. Ci sono vari tipi di occupazione, manuale, intellettuale, tecnica, ed esiste un’attività interiore, quella che si fa per arricchirsi dentro. L’attività interiore è importante e necessaria quanto quella manuale. Ci aiuta a vivere.
Maria… ascoltava; Marta… presa dai molti servizi
Nella Chiesa ci sono molti ordini e molte congregazioni religiose, fondati per diversi scopi e con regole diverse. Grosso modo però tutti possono essere ricondotti a due gruppi principali: l’ordine apostolico e quello contemplativo. I primi lavorano per la cura pastorale, nelle attività di carità, negli ospedali, nelle missioni. Gli altri vivono nella clausura, e il loro scopo principale è pregare. Anche fra i cristiani si discute quale modo di vivere sia più importante per la Chiesa. Certamente tutti e due. Come un uccello non può volare se non con due ali, come a Betania Gesù viene ricevuto da due sorelle, Maria e Marta, così anche la Chiesa ha bisogno di entrambi i modi di vita.
L’insegnamento di Gesù sembra dare la precedenza a Maria e così la Chiesa considera più importante la vita contemplativa. Ma non è una vocazione per tutti. Chi l’ha ricevuta ringrazi il Signore e la segua: la preghiera, infatti, è attività che trasforma gli uomini internamente, santificando anche quelli che lavorano nella vita attiva, perché invoca la venuta dello Spirito Santo su ogni opera umana.
Maria e Marta
In realtà non c’è una demarcazione netta fra questi due indirizzi di vita religiosa, perché di fatto sono inseparabili. Anche i monaci contemplativi in certi momenti lavorano, e quelli che lavorano hanno bisogno di momenti di quiete per pregare. San Benedetto stabilì il principio: ora et labora, prega e lavora!
Anche gli uomini molto impegnati dovrebbero trovare del tempo libero per pregare, perché chi non ha tempo per pregare, diceva Abramo Lincoln, non ha tempo per vivere. Ma il ritmo del lavoro spesso ci impedisce davvero di avere un attimo di tranquillità; oppure, quando troviamo quell’attimo, la testa è talmente presa dai pensieri che non riusciamo a trovare la concentrazione per pregare.
Ma c’è chi riesce a lavorare e a pregare, per esempio lavorando fino all’esaurimento, ma con la continua consapevolezza di fare la volontà di Dio, fino a sentire certe volte durante il lavoro la voce di Gesù. Uno di questi era sant’Ignazio di Loyola, contemplativo in azione.
IL VANGELO di tutto l’anno sono le riflessioni sul Vangelo festivo e feriale tratte dall’omonimo libro di padre Tomáš Špidlík.
Il libro è disponibile presso EDIZIONI LIPA |