Santi Cirillo e Metodio – OPERAI PER LA MESSE (Lc 10,1-12)
La messe è molta, ma gli operai sono pochi
Al tempo di Gesù gli agricoltori non mietevano il grano come noi, toglievano soltanto le spighe, e i campi non erano coltivati come oggi. In mezzo al grano crescevano spine ed ogni tipo di erba cattiva, e la raccolta delle spighe si faceva solo a mano. Cristo usa l’esempio di questo metodo di lavoro come metafora della missione. Il brano infatti generalmente è letto in occasione di ordinazioni sacerdotali e missionarie. Gesù sottolinea il fatto che c’è tanta brava gente al mondo che non conosce la buona novella. Si salverà?
Dio vuole salvare tutti gli uomini (1Tim 2,4), e quindi troverà una qualche via misteriosa per arrivare a tutti. Allora, che bisogno c’è di missionari? San Giovanni Crisostomo spiega: La grazia di essere apostolo è un privilegio soprattutto per l’apostolo stesso: salvare insieme a Cristo anche una sola anima è l’opera più grande che si può fare nella vita. Salvando il prossimo diventiamo immagine del Salvatore, e siamo salvati noi stessi. Ogni cristiano ha la vocazione apostolica e missionaria, ma solo pochi se ne rendono conto.
Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe
La missione apostolica appartiene a tutti i cristiani, ma in modo particolare a quelli che l’hanno scelta come propria vocazione specifica: sacerdoti, predicatori, missionari. Ci si lamenta sempre che mancano le vocazioni, perciò è sempre attuale l’esortazione di Cristo: “Pregate il padrone della messe!” Nella Chiesa si prega per le vocazioni sacerdotali, ma queste preghiere vanno interpretate nella giusta maniera.
Preghiamo per i sacerdoti che hanno la vocazione di salvare le anime; ma la preghiera stessa è già un’opera apostolica, secondo l’esempio di Cristo. Egli ha predicato due o tre anni, ma nei trenta anni precedenti ha lavorato e pregato, dunque anche questi trenta anni sono stati apostolici. Anche i cristiani che lavorano e pregano sono missionari nel vero senso della parola. Se poi pregano per i sacerdoti, stiano certi che la forza della loro preghiera renderà più efficace la loro missione.
Per la sua messe
Origene dà una spiegazione particolare a questo testo, dando un senso cosmico alla parabola. Bisogna raccogliere tutto il mondo nel regno di Dio perché tutto diventi spirituale e Dio sia in tutto (1Cor 15,28). È compito dell’uomo, che raccoglie tutto ciò che è creato per la gloria di Dio. In tutte le cose è nascosta la parola di Dio che ha dato origine al mondo, in tutto la sapienza divina si rivela.
Scoprire questo senso nascosto del cosmo è l’arte che i Padri chiamano contemplazione della natura, in greco theoria physiké, la fisica spirituale. Gli scienziati hanno scoperto che il mondo è un’opera unitaria e armoniosa, che funziona come un orologio secondo leggi cosmiche. Gli uomini spirituali devono andare oltre, cogliere la voce di Dio nell’armonia del mondo, che è come un grande orologio che indica il tempo opportuno per l’incontro con Lui. Per certi scienziati come Linneo “i cieli narrano la gloria di Dio” (Sal 19,1). L’anima che medita vede Dio che vi regna vestito della gloria (Sal 93,1).