UNO SOLO È IL VOSTRO MAESTRO
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere
Il santo bizantino Simeone il Nuovo Teologo ebbe nella sua vita una crisi simile a quella che in occidente, più tardi, avrebbe avuto come esito la Riforma. Egli credeva ciecamente al suo maestro spirituale, semplice monaco, ma venne in conflitto con i vescovi. A chi dare la precedenza? Si mise a riflettere. Posso ubbidire solo laddove lo Spirito Santo parla. Ma come possono avere lo Spirito i vescovi che non vivono in conformità con Lui?
In casi come questo si suole citare la parola di Cristo sui farisei e sui capi religiosi del popolo ebraico. Gesù li rimprovera per i loro difetti morali, e non esita a chiamarli “sepolcri imbiancati” (Mt 23,27). Eppure dopo dice al popolo: “Fate e osservate ciò che vi diranno!” Non è illogico?
Al contrario, il comportamento di Gesù mostra un aspetto particolare dell’amore divino. Dio stesso conduce infallibilmente il suo popolo. Lo fa per mezzo dei suoi rappresentanti sulla terra, che sono nelle sue mani. Anche se indegni, Dio non permette che falsifichino la sua rivelazione e la sua direzione provvidenziale.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro maestro
Il termine italiano “maestro” viene dal latino magister. Originariamente era un titolo universitario, poi fu esteso a tutti quelli che insegnavano. Presso gli Ebrei era il titolo dato a coloro che spiegavano la Legge di Dio.
Può insegnare davvero la legge solo chi ne conosce il senso profondo. Poiché il senso di tutta la Legge è Cristo, Egli aggiunge: “Uno solo è il vostro Maestro, il Cristo”, il Messia. Il suo scopo non è proibire l’uso sociale di un qualche titolo, fra cui anche quello di “maestro”; è renderci consapevoli che ogni conoscenza spirituale ha radice solo in Lui. Egli è la Parola incarnata del Padre, in Lui è ciò che Dio vuole dirci.
Cosa diremo allora di quelli che non hanno mai conosciuto Cristo? La risposta la dà l’ecumenismo cattolico. Chi cerca sinceramente la verità, cerca Cristo sotto gli altri nomi. Non conosce Cristo; ma Cristo conosce lui e lo guida e gli insegna secondo il grado di grazia che vuole donargli.
Non chiamate nessuno “padre” sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo
Anche qui Cristo non mette in dubbio i rapporti familiari; cerca di farci riflettere sul senso profondo della nostra origine.
Nel vocabolario corrente l’espressione “padre” si riferisce al padre di famiglia. Se la usiamo in altri contesti, lo facciamo in senso metaforico. Chiamiamo un buon governante “padre della patria”, il fondatore di una corrente filosofica “padre del pensiero”.
“Padre” è anche un attributo degli dèi: il latino Iuppiter viene da Deus Pater, Dio-padre. Per i romani antichi i veri padri sono sulla terra, ma al dio buono che ha caratteristiche paterne si può dare questo nome.
Gesù ribalta questo modo di pensare. Il vero e primo padre è il Padre nei cieli. I nostri genitori sulla terra e tutti coloro che chiamiamo “padre” sono solamente il riflesso di Colui che a tutti ha dato vita, che è bontà infinita e che viene invocato nella preghiera: “Padre nostro che sei nei cieli”.
IL VANGELO di tutto l’anno sono le riflessioni sul Vangelo festivo e feriale tratte dall’omonimo libro di padre Tomáš Špidlík.
Il libro è disponibile presso EDIZIONI LIPA |