I VIGNAIOLI OMICIDI
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
“La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.
C’era un padrone che piantò una vigna
Si tratta di una nota parabola, già usata dal profeta Isaia (Is 5,1ss). Piantare e coltivare una vigna comporta molto lavoro, specialmente nei paesi orientali dove c’è siccità. Quindi è comprensibile che il contadino sia attaccato al campo che gli è costato tanta fatica.
La parabola è un’immagine forte, se la riferiamo simbolicamente a Dio. La salvezza degli uomini non è scontata; è un vero lavoro da parte di Dio. La creazione del mondo è descritta nella Bibbia come effetto immediato della parola del Creatore. Dio disse e così fu (Gen 1,3ss). La salvezza invece appare come una lunga pedagogia divina che culmina con l’incarnazione del Figlio.
I teologi speculativi si chiedono se tutto questo era necessario: Dio non poteva salvare il mondo come l’aveva creato, con la sola parola? Metaforicamente possiamo rispondere di sì: Dio poteva farlo, è onnipotente. In questo modo avrebbe dato una prova schiacciante della sua potenza, ma la salvezza non sarebbe stata la rivelazione dell’amore di Dio.
Affidò la vigna ai vignaioli
La parabola del vangelo allude in modo particolare all’elezione del popolo d’Israele. San Giovanni Crisostomo ne amplia il senso. La vigna non significa solo ciò che Dio fece per il popolo eletto, ma tutto il mondo, la sua bellezza e la sua utilità. I vignaioli sono tutti gli uomini. Dio ha consegnato il mondo nelle loro mani per coltivarlo e condurlo alla perfezione; dunque l’uomo non può fare quello che gli pare e usare del mondo come se fosse sua proprietà privata. Per l’antico diritto romano la proprietà privata dà diritto di usarne e abusarne: non si può essere puniti se abbiamo rotto un vaso che è nostro, o ucciso una nostra gallina.
È questa concezione di proprietà privata che san Giovanni Crisostomo vuole limitare. Anche le cose che diciamo “nostre” ci vengono da Dio per fare il bene.
Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto
Di nuovo siamo invitati ad applicare a Dio questa parabola. Ma Dio ha forse bisogno di qualcosa dagli uomini e dal mondo? Certamente no. E che frutto può dare la terra che abbia valore in cielo? Uno solo: è l’amore.
Se l’opera della creazione e della salvezza sono i grandi atti dell’amore divino per l’uomo, allora Dio non esige dagli uomini niente altro che questo amore sia accolto e che cresca nei cuori per non restare senza frutto. Opera buona perciò è accettare la grazia divina e rifiutare il peccato.
Secondo il simbolismo antico, il vino è l’amore. Accettare la grazia, per l’uomo, è coltivare la vigna perché produca vino, frutto della terra e del suo lavoro. Vana è la fatica se il frutto non è l’amore. Vana la nostra opera nella vigna del mondo se non è ispirata dall’amore di Dio.
IL VANGELO di tutto l’anno sono le riflessioni sul Vangelo festivo e feriale tratte dall’omonimo libro di padre Tomáš Špidlík.
Il libro è disponibile presso EDIZIONI LIPA |