Approfondimento delle letture della liturgia


[SEMI] ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA (Anno B) 2

“Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini” (1Cor 15,19).

Questo è il versetto che precede esattamente l’inizio della seconda lettura di oggi. Paolo dice con chiarezza che, se non c’è la vera fede in Cristo risorto, noi cristiani siamo poveracci peggio di tutti gli altri uomini. Infatti la Chiesa nasce dalla croce, ossia dal costato aperto di Cristo crocifisso e viene vivificata dal dono dello Spirito Santo, cioè dalla Pentecoste con la quale si conclude il mistero pasquale. La Chiesa dunque si estende dalla risurrezione di Cristo fino al suo ritorno nella gloria, quando anche noi – cioè tutti quelli che vivono la vita di Cristo – si manifesteranno con lui nella sua gloria. “… quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria” (Col 3,4). Da questo è assolutamente ovvio che Cristo risorto è abitato dai suoi e perciò chi gli appartiene è nascosto in Cristo. Nell’ora del compimento nella gloria, Cristo non si manifesterà da solo, perché non esiste un Cristo solitario, un individuo, ma esiste come figlio amato, dunque come persona della comunione (cf Rm 12,5-6). Questo in realtà è possibile perché davvero dopo la morte noi siamo custoditi in Cristo: “Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio” (Col 3,3).

Questo mistero che manifesta il definitivo compimento in Cristo include un’altra verità della nostra fede che non può mancare. Altrimenti viene meno ciò che Paolo dice esattamente ai Colossesi 3,4 che abbiamo citato.

“… se infatti i morti non sono risuscitati, neppure Cristo è stato risuscitato” (1Cor 15,16). Dunque, Cristo non risorge da solo, Cristo risorge con le donne e gli uomini che Lui è venuto a liberare dalla morte. I battezzati sono morti con Cristo, sono stati sepolti con Lui e sono stati risuscitati per mezzo della gloria del Padre. Se non ci sono i risorti alla vita nuova, allora tutto è un’illusione.

Ma, se guardiamo un po’ la nostra tradizione, si aprono scenari piuttosto problematici. Dal rinascimento e dal barocco in poi, Cristo è raffigurato risorgere sempre da perfetto individuo, da eroe. Ma se con lui non sono risorti i morti, tutto è una farsa, perché, come abbiamo sentito, “neppure Cristo è risorto”. Ma Cristo risorto è la primizia di quelli che sono morti. La nostra tradizione però, negli ultimi 4 secoli, tradisce quasi in pieno questo mistero. La primizia certamente viene intesa nel senso di Lv 23,10-17 e Dt 26,2.10. La primizia in questo senso racchiude già tutta la raccolta di tutti i campi. Purtroppo, la nostra cultura razionalista non ha accesso alla risurrezione, in quanto essa è un evento a cui abbiamo un accesso esperienziale, e non qualcosa da pensare. Senza questa esperienza, penso al Risorto come ad un eroe, sulla falsariga degli eroi della mitologia. Infatti, se la risurrezione non è vissuta in tutta la pienezza liturgica ed ecclesiale, allora è una favola eroica. Ma all’inizio Cristo sepolto era raffigurato scendere a liberare l’umanità dall’impero della morte, a partire da Adamo ed Eva fino a tutte le generazioni, per portare l’umanità alla vita da risorti in Cristo.

Questo trionfo dell’individualismo su Cristo significa ridurre la fede ad un insegnamento filosofico ed etico su come pensare e come comportarsi, ma con la conclusione ovvia che la morte e la putrefazione nella terra accomuna tutti, come sostengono i pagani. Poi aggiungiamo spesso una ridicola attesa della ricompensa eterna, che non si sa come dovrebbe avvenire, se non siamo in Cristo risorto.

Qualsiasi maestro di qualsiasi religione o di qualsiasi sistema politico che insegna come pensare, come vivere e cosa fare, ma non ci libera dalla conseguenza del peccato che è la morte, propaga semplicemente una illusione idealistica nella quale facilmente interviene l’angelo delle tenebre che si camuffa da angelo della luce. Non serve a niente nessun insegnamento se non viviamo la nostra natura umana da risorti in Cristo risorto. È facile pensare intellettualmente a certe cose, ma poi alla più piccola difficoltà reagiamo con le viscere. Tali reazioni pesanti manifestano che di risurrezione non abbiamo la più pallida esperienza. Dunque, il battesimo dove è rimasto? È ormai sepolto, come diceva Vladimir Truhlar.

In una tale situazione risplende la solennità dell’Assunta. Infatti, come dice Paolo: “In Cristo tutti saranno vivificati (riceveranno la vita)”, quella di Dio, la vita preziosa, la vita-zoē. Maria di Nazaret accoglie l’opera che il Padre compie in lei, come spiega magistralmente Nicola Cabasilas nelle omelie sulla Madre di Dio. Dio la preserva dall’effetto del peccato in modo che la sua volontà sia libera di poter esporsi a Dio pronunciando “si faccia di me secondo la tua parola” (Lc 1,38). Lo Spirito Santo è sceso su di lei e la Parola di Dio, il Figlio di Dio, assume la carne umana da lei. Lei tesse la carne alla Parola. La paternità di Dio trova in Maria Vergine la piena corrispondenza, tanto che Maria riceverà il titolo Madre di Dio.

Maria offre la sua umanità al Figlio, al Verbo che è rivolto al Padre. Così anche Maria, divenuta una vera deisis, una vera preghiera dell’umanità. Con il suo atteggiamento indica la relazione vivificante che proviene dal Padre e a cui lei si rende disponibile. L’Assunta è per noi la “sicura speranza”, come viene detto nel prefazio.

Quando Maria Vergine e Madre muore, scende il suo Figlio risorto e la assume nella gloria divina. Tu mi hai dato la vita umana nel corpo – sta di fatto dicendo l’azione del Figlio – e io ti accompagno nella gloria della vita divina. Chi ha offerto la sua umanità alla vita del Figlio di Dio, cioè all’amore del Padre, vivrà in eterno (cf Gv 11,25; Gv 10,18; 12,50). Il dogma dell’Assunta sigilla così che Cristo è la via alla gloria divina e alla vita eterna. E, come testimonia nella basilica di Santa Maria Maggiore il mosaico della Dormitio, Cristo risorto non appare solo, ma con gli Apostoli e i Santi, cioè con quelli che lo abitano. Cristo risorto che viene a prendere la Madre appare con il suo corpo di gloria, ossia con la Chiesa in gloria.

La vita di Dio è la comunione delle persone, e questa è la vita eterna. Chi ama vive già la vita eterna (cf 1Cor 13,8).

 

SEMI è la rubrica del Centro Aletti disponibile ogni mercoledì.
Ogni settimana, oltre all’omelia della domenica in formato audio, sarà disponibile sul sito LIPA un approfondimento delle letture della liturgia eucaristica domenicale o festiva.