[IL VANGELO DI TUTTO L’ANNO] VI TEMPO ORDINARIO – Martedì (II)
IL FERMENTO DEI FARISEI + Dal Vangelo secondo Marco In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. Allora Gesù li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano […]
IL FERMENTO DEI FARISEI
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. Allora Gesù li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane.
Si accorse di questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non comprendete ancora?».
Guardatevi dal lievito
La fermentazione è un processo naturale che esalta o deteriora i cibi, ne cambia il gusto e la digeribilità. Affinché le cose non fermentino, si chiudono in recipienti ermetici per non fare entrare i microbi, che si moltiplicano rapidamente e penetrano dappertutto.
Anche agli uomini possono essere presi da un “fermento dell’anima” ed essere attaccati dai microbi. Come può succedere? Uno si alza tranquillamente la mattina, va a lavorare per tutta la giornata, ma l’arrivo di una notizia spiacevole gli guasta l’umore. Oppure, uno si sente in pace e allegro; incontra un amico, si mette a parlare, e quello, così, gratuitamente, senza motivo apparente, si mostra scortese e arrogante. Ecco due piccole contrarietà che come microbi infettano l’umore interiore; dopo, tutto prende un gusto d’amaro.
Tutti facciamo spesso questa esperienza. Ma pochi arrivano alla conclusione che nell’ascetica viene chiamata “necessità di custodire i sensi”: significa non dar troppo peso alle chiacchiere, non fare discorsi inutili, evitare ciò che disturba la pace interiore.
Per conservare il cuore nella pace, non esiste altro mezzo che questa pratica ascetica.
Il lievito dei farisei
Ci sono fermenti di vario tipo, ognuno con le sue caratteristiche. In senso metaforico, la varietà è ancora più grande. Ognuno di noi si adatta in vario modo alla condizione in cui vive, mettendo in opera una vasta gamma di comportamenti e di strategie inconsce. Vasta è anche la varietà dei giudizi e dei pregiudizi, a seconda degli ambienti.
Alcuni pregiudizi sono molto pericolosi. Gesù ci mette in guardia dal “lievito” dei farisei e degli erodiani. Nel nostro modo di parlare, “fariseo” è passato a significare “ipocrita”, chi ostenta una grande virtù e si considera migliore degli altri. Ma tutti siamo un po’ così, tutti abbiamo qualcosa in cui crediamo di essere meglio degli altri. C’era un vecchietto che aveva un campo, vicino alla strada che conduceva ad uno sperduto villaggio. Ogni tanto passava qualcuno che gli chiedeva se quella era la strada giusta per andare a quel villaggio. E lui sospirava: “Come è ignorante oggi la gente! Non conosce neppure una strada così facile!”.
Basta poco per sentirsi superiore agli altri e disprezzarli. Non dovremmo dimenticare però che la misura del nostro giudizio verso gli altri sarà la stessa che con cui saremo giudicati noi.
Il lievito erodiano
I farisei e gli erodiani erano su posizioni opposte: i primi combattevano per conservare le antiche tradizioni, i secondi erano per adattarsi agli influssi stranieri. Erode poteva governare perché collaborava con gli occupanti. Ma non se ne pentiva. Viveva bene, e dal punto di vista morale poteva permettersi ciò che gli piaceva per star bene sulla terra.
Anche questo tipo di lievito è assai diffuso. Si cerca ciò che piace e diverte, si rifugge da ciò che non piace, anche se talvolta rifuggire può essere ingiusto e disonesto. “La vita è breve…”: è una frase che si ripete da sempre e si mette in pratica da sempre. Chi vive così riceve il premio che vuole: la vita breve, appunto.
Il ricco di cui parla il vangelo fu ricompensato in questa vita. E nell’eternità? L’eternità è stata cancellata dal programma. Si può dire che viva davvero chi l’ha cancellata?
IL VANGELO di tutto l’anno sono le riflessioni sul Vangelo festivo e feriale tratte dall’omonimo libro di padre Tomáš Špidlík.
Il libro è disponibile presso EDIZIONI LIPA |