LA GRANDE DECISIONE
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
Ne scelse dodici
Ad una lettura superficiale del vangelo, non ci sembra un grande avvenimento la scelta dei dodici apostoli. Dopo, Gesù continua la sua attività di maestro e di taumaturgo, e gli apostoli semplicemente lo accompagnano. Solo dopo la sua morte si fanno avanti e si delineano le loro personalità. Ma l’avvenimento assume una luce diversa nel contesto biblico. Israele ha dodici tribù, originate dai dodici figli di Giacobbe, e tutte insieme formano il popolo eletto da Dio. Sono discendenti di Abramo e unite dal vincolo del sangue. Ora invece comincia una nuova e grande era della storia. Gesù fonda un nuovo popolo di Dio, la Chiesa, un nuovo tempio edificato sopra il fondamento dei dodici apostoli (Ef 2,20). Che cosa unisce i dodici? Non un vincolo di parentela, ma l’unità dell’insegnamento che hanno ricevuto dal loro Maestro, l’unità del sangue mistico che riceveranno con l’istituzione dell’eucarestia durante l’ultima cena e l’unità dello Spirito che scenderà su di loro. A questa unità devono ricondurre tutto il mondo al quale saranno inviati. La scelta dei dodici apostoli è uno dei momenti centrali della storia dell’umanità.
Chi s’accorge dell’importanza di questo momento? Ma così sono le opere di Dio, scintille alle quali nessuno bada, ma che più tardi diventano fuoco che infiamma.
Gesù se ne andò sulla montagna a pregare
Preghiamo anche noi prima di ogni lavoro. Crediamo che senza la benedizione di Dio ogni fatica umana sia vana, e domandiamo l’aiuto, il sostegno e la forza dall’alto. Da sempre si usa il paragone fra l’agire cristiano e il lavoro dell’agricoltore. Il contadino fatica duramente per coltivare la terra, ma senza la pioggia e il sole non raccoglierebbe nulla. Qualche volta il contadino lavora molto e raccoglie poco, oppure la terra trascurata fruttifica eccezionalmente; ma in genere ad una azione corrisponde una reazione uguale, e quindi diciamo che il campo produce frutti nella misura in cui è stato ben lavorato e il clima è stato buono.
In campo spirituale questa esperienza si traduce nella collaborazione fra l’uomo e la grazia. Perciò, come dice sant’Ignazio, lavoriamo come se dipendesse tutto da noi, ma preghiamo come se dipendesse tutto soltanto da Dio.
Passò la notte in orazione
Anche molti altri santi dicevano la stessa cosa di sant’Ignazio. Tutti consigliano di pregare prima di cominciare un lavoro, anche con una breve preghiera o un semplice segno di croce, che esprime la nostra richiesta di benedizione. Sant’Ignazio, come Gesù, pregava molto a lungo prima di prendere una decisione, talvolta anche per mesi interi. Perché? Sembra quasi mancanza di fiducia nei confronti di Dio. Ma non era questo il pensiero del santo.
Dio benedice volentieri e sostiene ogni buona opera umana, ma chi di noi sa con certezza qual è un’opera buona e quale non lo è? Dio benedice soltanto quell’azione umana che rientra nel suo piano di salvezza e di santificazione del mondo. Per questo motivo i santi pregavano a lungo prima di un passo importante, affinché Dio li illuminasse nella scelta secondo la sua volontà e rendesse la loro opera una catena che unisce il cielo e la terra.
IL VANGELO di tutto l’anno sono le riflessioni sul Vangelo festivo e feriale tratte dall’omonimo libro di padre Tomáš Špidlík.
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