Giovedì – MISSIONE DEI DODICI (Mc 6,7-13; cf Mt 10,1.5-15; Lc 9,1-6)
Incominciò a mandarli a due a due
La sacra congregazione romana preposta all’attività missionaria della Chiesa, prima del Concilio Vaticano II si chiamava “De propaganda fide”. Il nome fu cambiato perché la parola “propaganda” non suonava bene all’orecchio dell’uomo moderno, dava l’idea della pubblicità di un qualche prodotto. Invece il lavoro per la diffusione della fede cristiana si chiama missione e la missione può compierla solo chi è inviato.
Talvolta si accusano i missionari di essere propagatori di idee estranee alla tradizione dei popoli, e di distruggerne l’identità profonda. Se fosse vero, il lavoro delle missioni sarebbe davvero un’attività irresponsabile. Nessuno, infatti, deve intervenire nell’evoluzione interiore di un altro, se non quando è certo che Dio stesso lo invia. Egli ha creato il cuore umano e Lui indica la strada da seguire: questo devono rispettare i missionari e tutti ne dobbiamo essere consapevoli.
Gli uomini spesso intervengono nella vita del prossimo con consigli, ordini e purtroppo violenza. Invece ognuno dovrebbe sempre chiedersi: per che cosa e fino a che punto Dio mi invia? E soprattutto: è Dio che mi invia o una mia illusione?
Solo da Dio si può avere l’autorizzazione ad intervenire nella vita di un altro: abusare dell’autorità provoca guai immediati e drammi futuri.
Né denaro nella borsa
La propaganda presuppone un finanziamento. Le ditte produttrici e i partiti politici spendono grandi somme di denaro per la pubblicità. Cristo, al contrario, esorta i suoi discepoli a partire senza denaro. Ma allora, come potranno vivere e costruire qualcosa? E non è un rischio essere mantenuti da coloro ai quali si è inviati? L’esperienza umana ci insegna che si pagano quelli che in qualche maniera diffondono idee utili ai propri interessi.
Ma un conto è un partito politico, un altro la missione della Chiesa. Un missionario inviato da Dio e dunque dalla Chiesa suscita nel cuore di chi lo riceve una sorta di desiderio per ciò che egli porta, per l’oggetto della sua missione. L’esperienza ci viene confermata dai grandi missionari d’Europa all’inizio del medio evo, quando intere popolazioni facevano a gara per poterli avere con loro. E ancora oggi tanti fedeli fanno tanti sacrifici per assicurarsi i sacerdoti per una regolare cura pastorale.
Non indossassero due tuniche
In viaggio ci portiamo di solito due abiti, perché potrebbe far freddo o caldo, o sorprenderci la pioggia. I viaggi sono pieni di imprevisti, chi li teme non ama viaggiare, mentre i viaggiatori sono abituati a premunirsi. Cristo invece insegna agli apostoli ad essere serenamente spensierati: la sola condizione necessaria al viaggio è l’invio di Dio, il Signore della natura, della storia, delle situazioni politiche e delle condizioni culturali, e il suo messaggero non deve essere dipendente da null’altro.
La storia del cristianesimo è piena di esempi di popoli che si convertono quando sembra che non ci sia più nessuna speranza, magari in periodi di dure persecuzioni. La barca di Cristo naviga verso l’altra riva in tutte le condizioni, con il vento favorevole o durante la tempesta (Mt 8,24).
IL VANGELO DI OGNI GIORNO sono le riflessioni sul Vangelo feriale tratte dall’omonimo libro di padre Tomáš Špidlík.