Martedì – GESÙ RESUSCITA LA FIGLIA DI GIAIRO (Mc 5,21-43; cf Mt 9,18-26; Lc 8,41-56)
Non temere, continua solo ad aver fede!
L’adesione a Cristo è la fede, e il suo aspetto complementare è la speranza. Credere significa vedere che al di là del sipario del mondo visibile esiste un altro mondo, e al di là della vita terrena la vita eterna. La speranza è la fiducia che quest’altra vita sarà pienamente nostra. Perciò nel vocabolario biblico credere e sperare sono lo stesso vocabolo.
Per poter sperare è necessario vivere. Che cosa significa la realtà per un morto? Nulla. Perciò i canti e le riflessioni sulla morte sono così pessimiste: si piange per la perdita della speranza. Cristo, al contrario, dice al padre della figlia morta: Credi!
È una fede che si predica solo nel cristianesimo o anche nelle altre religioni? Tutti i popoli hanno le loro idee sulla vita dopo la morte, ma spesso non danno speranza, solo un po’ di consolazione per chi fa l’esperienza della perdita di una persona cara.
Scrive N. Berdjaev che la nobiltà e la profondità di una confessione religiosa si misura dall’atteggiamento che ha verso la morte. L’atteggiamento cristiano si esprime con una parola: “Credi!”. Credi che la tua vita in Cristo non abbia fine.
La bambina non è morta, ma dorme
Sulle tombe c’è spesso l’iscrizione: “Qui dorme con sonno eterno…” Perché si paragona la morte al sonno? L’uomo che dorme non è morto; non percepisce ciò che succede intorno a lui, ma nel sonno la sua vita e l’energia si rafforzano e crescono, e si sa che si risveglierà. Anche se ogni metafora è parziale, è l’immagine della speranza cristiana.
Qualcuno ci fa su una battuta di spirito: “Diciamo dei morti che dormono, ma loro dicono lo stesso di noi!”. C’è in questo una parte di verità. Dormendo, spesso si sognano situazioni che sembrano reali, in cui sembra di vedere e di sentire realmente quello che succede. Secondo gli autori spirituali è così anche la nostra vita terrena: infatti, è tutto vero ciò che ascoltiamo e vediamo? Quelli che sono morti invece vedono il vero volto della verità: muoiono in apparenza, ma in realtà si svegliano per vivere davvero, e la vita passata sembra loro solo un breve sogno. Il sonno è la metafora cristiana della morte: la morte con Cristo non distrugge la vita, ma la rafforza e la fa risorgere.
Fanciulla, io ti dico, alzati!
Quando uno si sveglia, apre gli occhi e comincia a pensare e a decidere. Nella vita ci svegliamo migliaia di volte, anzi, potremmo dire che tutta la vita è un lungo e progressivo svegliarsi. E non solo dal sonno.
I bambini piccoli si svegliano all’interesse ed alla conoscenza; scoprono gradualmente il mondo, e cominciano a tempestare di domande i genitori con mille perché. Più il ragazzo è sveglio, più grande è la sua avidità di sapere. Quando questo processo è rallentato diciamo che il bambino è ritardato.
Ma prima o poi nella vita arriva per tutti come un senso di sazietà di sensazioni e di interesse, una sorta di stanchezza. È uno dei segni della senilità che preannuncia la morte; per alcuni può essere precoce, mentre altri conservano fino a tarda età la giovinezza spirituale.
Ma non è importante tanto essere svegli nella conoscenza del mondo terreno, quanto, nella morte, svegliarci nella conoscenza del mondo divino, fino a quando Gesù dirà: alzati!
IL VANGELO DI OGNI GIORNO sono le riflessioni sul Vangelo feriale tratte dall’omonimo libro di padre Tomáš Špidlík.