Mercoledì – GESÙ A NAZARET (Mc 6,1-6; cf Mt 13,53-58; Lc 4,16-30)
Non è costui il carpentiere
Chi torna in patria dopo avere vissuto a lungo all’estero, vive sentimenti contraddittori e ha molte sorprese. Il ricordo dei luoghi e delle persone è rimasto fermo al momento della sua partenza, ma la vita nel frattempo è andata avanti, molte cose sono cambiate, e lui stesso non è più quello di prima. Cerca di ricominciare dove aveva lasciato, di riallacciare i rapporti, ma le sue stesse parole non hanno più lo stesso significato.
Anche se non possiamo interpretare il ritorno di Gesù al paese d’origine solo alla luce della psicologia comune, essa però ci aiuta a capire il conflitto che avviene a Nazaret. La sua assenza da casa è stata breve, ma in quel frattempo è enormemente cresciuta la sua attività per rivelare il Padre e la sua salvezza. Ma i suoi concittadini non possono capirlo. Nella loro mentalità conservatrice, essi continuano a vederlo con l’etichetta che gli hanno affibbiato da sempre, un giovane che aiuta il padre nel suo lavoro.
Chi vive una crescita spirituale, vive anche, inevitabilmente, uno strappo, un distacco dal suo ambiente: è una dinamica sana e naturale.
Un profeta non è disprezzato che nella sua patria
Solo attraverso un rapporto ripetuto e prolungato nel tempo si arriva alla conoscenza delle cose, degli uomini e della natura. Ma se a questo punto siamo convinti di sapere tutto, e che nulla ormai può sorprenderci, siamo solo vittime dell’illusione. La realtà è piena di misteri e sarà sempre oggetto di continue scoperte fino alla fine del mondo. Vale per i minerali, per le piante, per gli animali e soprattutto per l’uomo. Il suo cuore ha una tale profondità che l’occhio non può vederne il fondo.
Eppure ogni giorno commettiamo anche noi lo sbaglio dei cittadini di Nazaret verso Gesù, quando crediamo di conoscere le persone con le quali trattiamo nel quotidiano. Non ci interessano più, consideriamo banale quello che dicono, non le prendiamo sul serio. E così ci precludiamo la possibilità di conoscerli davvero.
Se una persona che crediamo di conoscere smette di interessarci, non è colpa sua, ma nostra, colpa di chi gli vive accanto. Bisogna fare molta attenzione, è una situazione che si crea frequentemente nelle famiglie, nel lavoro, con gli amici.
Donde gli vengono queste cose?
Chissà quante volte abbiamo detto una frase simile, quando qualcuno dei nostri conoscenti all’improvviso è diventato famoso, nel bene o nel male. Chi mai avrebbe immaginato che quel tipo lì che abbiamo visto fin da ragazzino fosse un pittore di talento, o uno scrittore di genio. Ma lo stesso pittore o poeta, se qualcuno gli chiede come ha fatto, risponderà di non saperlo, di essere solo andato dietro ad un’ispirazione.
Ispirazione è una parola metaforica, e dà l’idea di qualcosa che interviene dal di fuori a cambiare la vita. Con questa immagine la Bibbia descrive la creazione dell’uomo: il corpo è fatto di polvere e di terra, ma Dio gli inspira l’anima (Gen 2,7). Davanti ad un’opera d’arte si usa dire che una Musa, una dea della bellezza ha ispirato l’artista.
Noi cristiani crediamo che la vita si sviluppi in continuità con la creazione. Dunque Dio continua ad ispirare, invia i pensieri e le idee per compiere il bene e dà la forza per operare. Quando si chiede ai santi come hanno fatto a fare tante cose, la risposta è unica in tutti: per grazia di Dio sono quello che sono (1Cor 15,10).
IL VANGELO DI OGNI GIORNO sono le riflessioni sul Vangelo feriale tratte dall’omonimo libro di padre Tomáš Špidlík.