[IL VANGELO DI OGNI GIORNO] V TEMPO ORDINARIO – Venerdì
Venerdì – GUARIGIONE DI UN SORDOMUTO (Mc 7,31-37) Guarigione di un sordomuto Vi sono diversi gradi di sordità. C’è l’incapacità fisica di sentire suoni, ma c’è anche la sordità psicologica. Chi è concentrato nel lavoro non sente il campanello della porta, ignora lo squillo del telefono, il rumore del traffico, le voci nella stanza […]
Venerdì – GUARIGIONE DI UN SORDOMUTO (Mc 7,31-37)
Guarigione di un sordomuto
Vi sono diversi gradi di sordità. C’è l’incapacità fisica di sentire suoni, ma c’è anche la sordità psicologica. Chi è concentrato nel lavoro non sente il campanello della porta, ignora lo squillo del telefono, il rumore del traffico, le voci nella stanza accanto. Una concentrazione simile è un grande dono, ma può essere anche un difetto. Chi ha un’idea fissa in testa, non sente ragioni; un ragazzo pazzamente innamorato è sordo alle ammonizioni di chi lo mette in guardia, e non fa che ripetere le sue ragioni: in un certo senso è anche muto, sa parlare solo della sua innamorata.
L’amore e la passione sono sentimenti molto diversi. L’amore favorisce la concentrazione su una persona in particolare, ma non chiude mai la porta dell’attenzione verso gli altri. La passione, al contrario, rende psicologicamente sordi e muti, e funziona un po’ come quando con il registratore si cancella tutto ciò che è stato inciso precedentemente sul nastro.
“Effatà”, cioè “Apriti!”
La passione ha come conseguenza il mutismo: ci si chiude, non ci si fida di nessuno, non ci si confida con nessuno. Sant’Ignazio di Loyola paragona il diavolo tentatore ad un seduttore che vuole ingannare una ragazza. Insiste affinché lei non si confidi con nessuno e non parli a nessuno di ciò che lui gli propone: in caso contrario, qualche persona prudente potrebbe dissuaderla. Con questo esempio il santo sottolinea l’importanza di un’esperienza millenaria: la necessità della direzione e del colloquio spirituale.
San Teodoro Studita spiega ai suoi religiosi i grandi vantaggi del silenzio, ma aggiunge: esiste un silenzio incredibilmente dannoso, il mutismo con il proprio confessore. In questo caso non c’è che Cristo che può dire: “Effatà, apriti!”, cioè confessa le tue inclinazioni, ciò che ti turba, attira o ripugna, perché già il fatto di parlarne ti alleggerirà del tuo peso.
Si sciolse il nodo della sua lingua
L’uomo può essere legato mani e piedi, ma non gli si può legare la lingua.
Due persone litigano e finiscono per non parlarsi più. È una situazione penosa, e certamente è giusto consigliare di chiedere scusa e di provare a salutarsi di nuovo. Ma a volte questi consigli non hanno successo. La lingua sembra legata, incollata al palato. Chi può sciogliere questi lacci interiori? Solo l’amore, che può toccare il cuore perché le parole tornino a fluire e a ristabilire i contatti.
La paralisi della lingua è un peccato ricorrente nella società. Scegliamo le persone con cui parlare e gli altri, che non ci interessano, neanche li vediamo, né li sentiamo se hanno bisogno di noi. Davanti a noi stessi poi ci giustifichiamo dicendo che in fondo, ignorandoli, non facciamo loro nulla di male.
Abbiamo bisogno invece di essere toccati da Cristo, affinché si sciolgano i vincoli della lingua che impediscono parole di carità.
IL VANGELO DI OGNI GIORNO sono le riflessioni sul Vangelo feriale tratte dall’omonimo libro di padre Tomáš Špidlík.