Questo libro, che contiene le trasmissioni radiofoniche che Schmemann ha dedicato alla cultura russa più una serie di articoli su Solženicyn, ci aiuta a cogliere qual è il senso delle culture e quindi anche a trovare un criterio per giudicarle. La cultura è il tessuto della comunicazione tra le persone. Nasce per l’energia che muove un essere umano verso l’altro, che gli fa aprire la bocca e dire una parola, stendere la mano per fare un gesto, prendere una penna per scrivere una poesia, inventare linguaggi, gesti, espressioni, segni, simboli. È il desiderio di vincere il mutismo, di accorciare le distanze, è una forza che spinge a cercare l’altro e a comunicare con lui.
Ma la cultura rimane sempre una realtà ambigua, perché è continuamente tentata dalle illusioni dell’egoismo che si presentano con estrema concretezza. Non basta che alla radice ci sia un gesto di apertura, perché ci si può innamorare così tanto delle proprie forme culturali da essere incapaci di riconoscere l’altro. Un popolo, una nazione, innamorata narcisisticamente delle proprie forme culturali, nega il movimento stesso che ha fatto nascere la sua cultura. Perciò il discernimento della cultura è sempre la pasqua. E il dialogo tra le culture si realizza sempre in un modo pasquale, perché implica la capacità di esorcizzare i demoni che si portano dentro e di liberarsi da tutto ciò che è pietrificato per affermare il valore fondante che le ha fatte nascere.
I modi in cui una cultura si purifica, vivendo questa dinamica pasquale, sono sostanzialmente due. Il primo è al suo interno, perché dentro di essa ci saranno sempre persone più aperte, più sensibili allo Spirito che smaschereranno tutto ciò che è autocentrato, nazionalistico, etnocentrico. Nasce allora una tensione, un dibattito, un discernimento interno. La “lotta contro i miti falsi e perniciosi sulla Russia” che Schmemann ingaggia fa parte di questo processo, come pure le critiche che Arjakovsky, l’autore della introduzione, muove a Schmemann. L’altro modo in cui una cultura si purifica, e la verifica più convincente e rigorosa di tale processo, è la relazione con gli altri.
In questo processo di purificazione, i fatti della storia aiutano ogni cultura a scardinare continuamente la propria identificazione con concezioni ideologico-immaginarie statiche, rinunciando a coltivare tutti i miti che impediscono un rapporto paritario, pacifico e rispettoso con gli altri. Soprattutto ci aiutano a cogliere le tentazioni che ogni cultura si porta dentro e che deve discernere per poter essere una ricchezza universale, trasformandosi in un ponte verso altre culture e nutrendo l’ethos dell’accoglienza dell’alterità.
Arjakovsky, Cultura russa, Inculturazione, Letteratura russa, Schmemann, Solženicyn
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